Una nuova visione dell’hospitality: intervista a Loredana Gazzera di Wonderful Italy

Nel cuore di Torino, un piccolo appartamento e una grande passione per l’ospitalità hanno dato il via a un percorso imprenditoriale che oggi coinvolge decine di persone, quasi 200 case e un’idea chiara: far crescere un’accoglienza professionale, sostenibile e radicata nel territorio. Loredana Gazzera, co-fondatrice di Torino Sweet Home e oggi responsabile dell’Hub Piemonte di Wonderful Italy, ci racconta la sua storia imprenditoriale e il valore di fare impresa insieme, anche grazie al supporto di Réseau Entreprendre Piemonte.
Di cosa si occupa Torino Sweet Home/Wonderful Italy/Wonderful Piemonte?
Io e la mia socia Lavinia abbiamo avviato Torino Sweet Home nel 2015 e, nel 2018, grazie anche all’accompagnamento di Réseau, abbiamo fondato la società. Nel 2020 siamo entrate a far parte di Wonderful Italy e oggi gestiamo, come Hub Piemonte, 195 appartamenti destinati agli affitti brevi. Io seguo l’organizzazione interna e il team — composto da quattro dipendenti e diversi collaboratori esterni — mentre Lavinia si occupa dell’acquisizione delle case. Offriamo un servizio completo, dalla pubblicazione degli annunci online alla gestione degli ospiti, passando per la manutenzione, il check-in e tutta la parte amministrativa. Siamo un’agenzia 3.0, tutta torinese, con un approccio molto attento alla qualità e alla relazione umana.
Qual è stata l’ispirazione iniziale e quali sfide ha dovuto affrontare lungo il cammino?
Tutto è nato da una mansarda che avevo in centro a Torino. Mi ero licenziata e, per non lasciarla vuota, ho iniziato a usarla su Airbnb. Da lì io e Lavinia, entrambe appassionate di turismo, abbiamo cominciato a studiare il settore. All’epoca non c’era un vero riconoscimento per i property manager, era difficile perfino registrarsi in Camera di Commercio. La prima grande sfida è stata proprio quella normativa, ma abbiamo insistito costruendo un modello gradualmente, con pochi investimenti iniziali e tanta determinazione. Il passaparola è stato fondamentale: ci siamo fatte conoscere tramite gli amministratori di condominio e gli ambienti delle startup. La difficoltà più grande? Dover prendere decisioni importanti in tempi molto rapidi.
Quali sono i valori e la visione che guidano il vostro approccio all’hospitality?
La passione è stata il nostro filo conduttore. Fin dall’inizio abbiamo raccontato la nostra quotidianità sui social, condividendo l’amore per Torino e per l’ospitalità. Non ci siamo mai volute fermare, anche quando abbiamo scelto di unirci a Wonderful Italy: volevamo crescere, ma sapevamo che da sole sarebbe stato molto difficile. Réseau Entreprendre ci ha aiutato tantissimo, anche nella scelta del gestionale che oggi è il cuore del nostro lavoro. Parlare con altri imprenditori ci ha aperto la mente e portato molte nuove opportunità.
Nel 2020 avete avviato una collaborazione con Wonderful Italy, dando vita all’Hub Piemonte. Cosa vi ha spinto a intraprendere questa nuova avventura e quali obiettivi vi siete poste?
Wonderful Italy ci ha conquistate per il suo modello imprenditoriale, che valorizza i soci e i collaboratori locali. Avevamo appena lasciato i nostri lavori e non avevamo ancora una base solida per fare grandi investimenti, soprattutto in tecnologia. Entrare in Wonderful ci ha permesso di crescere, mantenendo però una forte autonomia nella gestione. Un’opportunità che ci ha dato molto anche in termini di competenze.
Qual è l’elemento che distingue davvero l’esperienza di soggiorno che offrite rispetto a un hotel tradizionale?
Il nostro primo cliente è il proprietario di casa. Offriamo un servizio trasparente e professionale, con un’area dedicata dove è possibile verificare in tempo reale prenotazioni, incassi, saldi. Per gli ospiti, invece, offriamo un’esperienza curata, anche se molto dipende dalle loro esigenze. Non siamo un hotel, ma cerchiamo la massima qualità in ogni aspetto: accoglienza, manutenzione e servizio.
Come selezionate le case e gli host che entrano a far parte del vostro network?
Il processo di selezione avviene in questo modo: dopo un primo contatto telefonico, facciamo sempre un sopralluogo. Valutiamo la zona, il contesto condominiale, l’accessibilità. Analizziamo i dati delle piattaforme, stimiamo la rendita media e capiamo se vale la pena mettere quella casa sul mercato degli affitti brevi.
C’è un episodio o una recensione che l’ha colpita e che rappresenta bene il vostro lavoro?
All’inizio facevamo tutto noi: pulizie, check-in, gestione. Leggere belle recensioni in quei momenti era una gioia immensa. Oggi curiamo molto la qualità, perché le recensioni sono determinanti: se hai una media sotto il 7, sparisci; anche i voti senza commento rappresentano un problema. Un episodio surreale? Un gruppo di ragazzi arrivati a Torino per un addio al celibato che, dopo averci fatto recapitare un pacco con materiale illecito, ci ha fatto trovare uno degli appartamenti devastato.
Torino ha molto da offrire: quali sono i suoi luoghi del cuore da consigliare a chi visita la città per la prima volta?
Largo IV Marzo è speciale, ci abbiamo lavorato tanto. Amo anche San Salvario, soprattutto via Principe Tommaso. Grazie a questo lavoro ho imparato ad amare Torino ogni giorno di più.
Collaborate con diverse realtà locali. In che modo queste partnership arricchiscono la vostra proposta e rafforzano il legame con il territorio?
Lavoriamo con associazioni, scuole di lingue, piccole aziende, produzioni cinematografiche. Siamo dentro Federalberghi Torino, dove cerchiamo di rappresentare una nuova generazione di imprenditori dell’ospitalità. Il nostro obiettivo è sempre fare rete, rispettare le regole e contribuire a un’offerta seria e sostenibile.
Wonderful Italy pone grande attenzione all’impatto sociale. Può raccontarci come l’Hub Piemonte contribuisce a questo obiettivo, ad esempio attraverso progetti come Welcome Guest Torino?
Abbiamo dato vita a una cooperativa che ci ha permesso di creare posti di lavoro. Il nostro settore genera molto indotto: pulizie, lavanderie, fornitori di servizi. Cerchiamo di ridurre l’impatto ambientale, evitando plastica e prodotti monouso quando possibile. Siamo orgogliose di contribuire a un’economia locale più equa e responsabile.
Cosa significa per lei essere imprenditrice?
Continuare a imparare e a mettersi in gioco. Per me significa non restare mai ferma, essere in movimento continuo.
Ha avuto un mentore o una fonte di ispirazione?
Nessuno in particolare. Il confronto continuo con le persone è stato fondamentale. Abbiamo sempre creduto nel valore della condivisione e della rete.
Se non fosse diventata imprenditrice, cosa avrebbe fatto?
Qualcosa con i numeri, ma probabilmente sarei stata molto più triste. Ho una forte inclinazione per la parte gestionale e ho sempre avuto interesse per il terzo settore: mi ero persino candidata per andare in Burkina Faso per una tesi sul microcredito.
Qual è stata la decisione imprenditoriale più difficile?
Unirci a Wonderful Italy. È stato un salto nel vuoto, passare da due socie indipendenti a far parte di un gruppo. Ma è stata una delle scelte più giuste: abbiamo imparato tantissimo e siamo cresciute molto anche professionalmente.
Qual è il valore di Réseau Entreprendre che la rappresenta di più?
La gratuità e il supporto concreto. In famiglia non avevamo esempi imprenditoriali, Réseau ci ha dato stimoli, strumenti e soprattutto persone vere, con cui confrontarci. È la ragione per cui sono rimasta e voglio restituire ciò che ho ricevuto.
Perché un imprenditore dovrebbe entrare in Réseau?
Per uscire dalla propria zona di comfort. Incontrare persone nuove, confrontarsi con mondi diversi, aprirsi. Réseau ti permette di allargare lo sguardo e cambiare prospettiva.
Guardando al futuro, quali sono i progetti o le ambizioni che ha per Torino Sweet Home e Wonderful Italy?
Crescere, ma non solo in termini di numeri. Voglio crescere come professionista. Dopo anni molto intensi, spero di riuscire a conciliare meglio vita personale e lavoro. Per una donna, questo è ancora più complesso, ma non voglio fermarmi.