Vivaio Ventures e Paolo Barberis Canonico: confronto, visione e crescita condivisa

Nel percorso di accompagnamento di Réseau Entreprendre Piemonte, l’incontro tra Guido Aldera, co-founder di Vivaio Ventures, e Paolo Barberis Canonico, CEO di Pratrivero S.p.A., rappresenta un esempio concreto di quanto il mentoring possa diventare un motore di evoluzione reciproca. Due mondi apparentemente lontani — quello delle startup digitali e quello del tessile biellese di lunga tradizione — che si sono riconosciuti in un linguaggio comune: quello dell’impresa come visione, responsabilità e costruzione di valore nel tempo.
Origine e aspettative
Guido Aldera (mentee):
«Quando ci siamo candidati al percorso di mentoring con Réseau Entreprendre Piemonte avevamo da poco lasciato carriere avviate. È stato un salto nel vuoto: cercavamo una struttura che ci aiutasse a muovere i primi passi da imprenditori, a capire come crescere e quali trappole evitare. Réseau ci ha offerto un contesto di confronto con persone capaci di indirizzarci con metodo».
Paolo Barberis Canonico (mentor):
«Quando Réseau è arrivata a Biella, ero vicepresidente dell’Unione Industriale. Ho subito riconosciuto in questa realtà uno strumento per dare continuità a un obiettivo del mio mandato: far crescere nuova imprenditoria sul territorio. Il mio convincimento è che il vero prodotto d’eccellenza italiano non sia tanto ciò che realizziamo, quanto il modo in cui facciamo impresa. E Réseau è un mezzo perfetto per coltivare questa idea».
Il primo incontro
Guido:
«Quando ci è stato assegnato Paolo come mentore, non servivano presentazioni: abbiamo approfondito il nome e la storia di Pratrivero. Dal primo incontro abbiamo capito di parlare la stessa lingua. C’è stata subito sintonia e trasparenza, senza imbarazzo. Ogni riunione è diventata un’occasione per mettere ordine alle nostre idee e affinare il modo in cui raccontiamo il nostro business».
Paolo:
«All’inizio non avevo ben chiaro dove volessero arrivare. Ma appena ci siamo incontrati, ho capito che dietro la descrizione c’era invece un progetto sfidante, intelligente e innovativo. Mi ha colpito la solidità del loro rapporto — un elemento fondamentale in ogni avventura imprenditoriale — e il coraggio di lasciare un percorso sicuro per costruire qualcosa di nuovo. È quello che distingue i veri imprenditori».
Costruire un percorso
Guido:
«Abbiamo iniziato con incontri mensili, poi bimestrali, di un’ora o poco più. Arrivavamo sempre molto preparati: era un modo per rispettare il tempo di Paolo e, soprattutto, per trarre il massimo dal confronto. Ogni volta lavoravamo su due livelli: un aggiornamento generale e un focus sulle sfide più immediate, chiedendo consigli pratici e strategici».
Paolo:
«Il loro approccio è molto serio e questo ha reso il confronto davvero utile. Non si è trattato di “insegnare il business”, ma di aiutarli a evitare gli errori strutturali che ogni impresa attraversa. L’evoluzione è stata rapida e il dialogo ha toccato anche temi filosofici, oltre che strategici».
Lezioni e cambiamenti
Guido:
«La lezione più importante? Imparare a fare un passo indietro. A non lasciare che le emozioni influenzino le decisioni di business. Questo percorso ci ha dato una forma mentis più matura: valutiamo le situazioni con lucidità e questo ci ha resi imprenditori migliori».
Paolo:
«Rispetto all’inizio, li vedo molto più strutturati, consapevoli, capaci di gestire scelte complesse in autonomia. Mantengono entusiasmo e visione, ma oggi sanno tradurli in piani concreti, modificandoli in modo razionale quando serve. È la prova di una crescita autentica».
Superare gli ostacoli
Guido:
«Ci sono stati momenti di dubbio in cui Paolo è stato determinante, anche solo come “ago della bilancia”. Le sue esperienze ci hanno spinti a ragionare sul lungo periodo, a capire che certe decisioni producono effetti dopo anni. Ci ha trasmesso principi che applichiamo ancora oggi, soprattutto nella gestione delle persone e nelle scelte di investimento».
Paolo:
«Il mentor non entra nel merito del business, ma della sua struttura portante. A volte serve fermezza: ricordo una decisione iniziale su cui ho insistito e che, col tempo, si è rivelata giusta. Ma il punto è sempre lo stesso: l’impresa sana si fonda su pochi pilastri chiari e su un equilibrio tra razionalità e coraggio».
Uno scambio reciproco
Guido:
«Non so se siamo riusciti a insegnargli qualcosa, ma credo di sì: il nostro mondo è molto diverso dal suo, più dinamico e imprevedibile. Penso che, però, si sia divertito a esplorarlo».
Paolo:
«Assolutamente. È stato uno scambio stimolante. Mi piace confrontarmi con persone sveglie, curiose. Il loro entusiasmo e la loro professionalità mi ricordano le mie prime esperienze. Tre soci diversi, ma uniti da una visione comune: questo è un grande valore».
Sguardo al futuro
Guido:
«Il nostro obiettivo è realizzare pienamente la vision di Vivaio Ventures. L’essenza del progetto è rimasta la stessa, ma vogliamo portarla alla sua massima espressione: costruire un vero e proprio vivaio di idee e imprese».
Paolo:
«Ai giovani imprenditori direi di pensare a lungo termine: non a cinque, ma a trenta anni. A chi vuole diventare mentor, invece, consiglio di vivere il ruolo con divertimento intellettuale e senso di responsabilità. Si può incidere molto, ma serve la consapevolezza che ogni parola può orientare o frenare un potenziale positivo».
Due anni fantastici
Il percorso di mentoring tra Paolo Barberis Canonico e Guido Aldera — insieme ai co-founder Edoardo Amman e Davide Politi — si è concluso dopo due anni intensi di confronto, crescita e visione condivisa. Un’esperienza che incarna perfettamente lo spirito di Réseau Entreprendre Piemonte: far nascere e crescere imprese solide, capaci di generare valore umano e imprenditoriale nel lungo periodo.