Salute, benessere e innovazione: intervista al CEO di SynDiag Daniele Conti

Nel panorama dell’innovazione medica, SynDiag si distingue come una delle startup più promettenti nel campo della salute femminile. Fondata con l’obiettivo di rivoluzionare la diagnostica ginecologica attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, SynDiag ha sviluppato una piattaforma tecnologica capace di analizzare ecografie in modo standardizzato, con l’obiettivo di migliorare la diagnosi precoce di patologie come il tumore ovarico. La soluzione si rivolge sia ai medici, offrendo un supporto diagnostico intelligente, sia alle strutture sanitarie che desiderano ottimizzare i propri processi clinici.
Alla guida di questa innovazione c’è Daniele Conti, CEO e co-fondatore di SynDiag, nonché imprenditore associato a Réseau Entreprendre Piemonte dopo aver partecipato al percorso di accompagnamento. Laureato in Fisica dei Sistemi Complessi e con un Dottorato in Fisica, ha unito competenze scientifiche e visione imprenditoriale per rispondere a una delle sfide più critiche del settore sanitario: garantire diagnosi tempestive e affidabili, indipendentemente dall’esperienza dell’operatore o dalla disponibilità di tecnologie avanzate. La sua carriera si è evoluta tra ricerca, formazione e imprenditorialità, fino alla creazione di un team multidisciplinare capace di coniugare innovazione tecnologica e rigore clinico. In questa intervista, Conti ci racconta la genesi di SynDiag, le sfide affrontate e la sua visione per il futuro della sanità digitale.
Partiamo, come al solito, dalla domanda dell’intervistato precedente: Roberto Tortia di Fair Enough le chiede se ha incontrato resistenze nel proporre percorsi di formazione per medici esperti e come ha gestito questa sfida.
Inizialmente, eravamo perfettamente consapevoli che la proposta di corsi di formazione rivolti a medici avrebbe potuto incontrare qualche resistenza, soprattutto perché si trattava di comunicare un approccio innovativo. Tuttavia, abbiamo registrato un ottimo riscontro perché i medici sanno apprezzare la possibilità di aggiornarsi con modalità interattive e asincrone. Il segreto è stato metterci nei loro panni, ascoltare le loro esigenze e posizionarci non come produttori di contenuti, ma come coordinatori che facilitano l’accesso a formazione di qualità; a darci una mano è stata anche la necessità di ottenere crediti ECM.
Di cosa si occupa SynDiag nello specifico?
SynDiag sviluppa soluzioni per la diagnostica precoce delle patologie ginecologiche. Abbiamo creato una piattaforma digitale che, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, analizza le ecografie e riconosce eventuali lesioni sospette, in prima battuta sull’ovaio. In sostanza, il nostro sistema è un dispositivo medico certificato che standardizza l’interpretazione delle immagini, puntando a migliorare l’accuratezza delle diagnosi e facilitare la gestione clinica.
Qual è stata l’ispirazione dietro la fondazione di SynDiag e quali sono stati i principali ostacoli che ha affrontato?
L’ispirazione è nata dall’identificazione di un problema reale: la diagnosi tardiva delle patologie ginecologiche e la difficoltà di standardizzare l’acquisizione delle ecografie. Durante i corsi di formazione abbiamo compreso che, pur non essendo medici, potevamo offrire un “contenitore” digitale in cui la competenza clinica dei professionisti si integra con l’efficienza di una piattaforma tecnologica. Tra gli ostacoli, vi sono stati la costruzione e la gestione di un team coeso, il reperimento di fondi per la certificazione di un dispositivo medico e la necessità di adattarsi ai continui aggiornamenti normativi: si è trattato di un percorso impegnativo ma estremamente formativo ed edificante.
Qual è la visione a lungo termine di SynDiag e come crede che la vostra tecnologia possa trasformare il settore sanitario?
La nostra visione è ambiziosa: vogliamo diventare la piattaforma di riferimento per la gestione delle visite ginecologiche, garantendo trasparenza e completezza nella diagnosi. Crediamo che la nostra tecnologia, integrata con intelligenza artificiale, possa rivoluzionare il settore sanitario riducendo le lunghe liste d’attesa, migliorando la qualità delle ecografie e, in generale, rendendo la diagnostica più accessibile. Il nostro obiettivo è quello di permettere a pazienti e medici di avere sempre a disposizione dati accurati e facilmente consultabili.
Come collabora SynDiag con medici e strutture sanitarie per integrare le vostre soluzioni nei processi clinici?
Collaboriamo in modo sinergico, personalizzando la nostra soluzione affinché si integri perfettamente con le infrastrutture già esistenti: ad esempio, configuriamo gli ecografi per inviare direttamente le ecografie realizzate dal medico alla nostra piattaforma. Inoltre, offriamo supporto e formazione personalizzata ai nuovi utenti per garantire un’adozione semplice ed efficace della tecnologia. Queste collaborazioni sono alla base di un ecosistema che valorizza il contributo di ciascun attore nel percorso diagnostico.
Come funziona l’intelligenza artificiale di SynDiag nella diagnosi precoce delle patologie ginecologiche?
Il nostro sistema AI opera su due livelli. Il primo dispositivo, chiamato OvAi Focus, si occupa di descrivere le caratteristiche anatomiche dell’ecografia, rilevando – per organi e lesioni – forma, contenuto e altri dettagli. Successivamente, un secondo strumento utilizza queste informazioni per confrontarle con dati clinici e, come fosse un’analisi dell’istologia, classificare la lesione dell’ovaio come potenzialmente benigna o maligna. Il processo di addestramento dell’AI avviene attraverso dati clinici accuratamente annotati, garantendo così un supporto affidabile e complementare al giudizio del medico.
In che modo pensa che l’intelligenza artificiale possa migliorare l’accesso a diagnosi accurate, specialmente nei paesi in via di sviluppo?
L’intelligenza artificiale ha il potenziale di standardizzare l’acquisizione delle ecografie, rendendo la diagnostica meno dipendente dall’esperienza soggettiva dell’operatore. Nei paesi in via di sviluppo, dove le risorse mediche sono spesso limitate, questo significa poter ottenere immagini affidabili anche con apparecchiature non di alta gamma. Inoltre, grazie a progetti di telemedicina, l’AI può consentire a medici in remoto di analizzare le immagini in tempo reale, offrendo così diagnosi tempestive e accurate anche in contesti con scarsa presenza specialistica.
Come garantite che le vostre soluzioni rispettino standard etici e normativi, specialmente quando si tratta di dati sensibili?
Operiamo rigorosamente in conformità con le normative europee, tra cui il GDPR, e seguiamo i regolamenti specifici per i dispositivi medici. Sin dalla nostra nascita, abbiamo progettato la piattaforma in linea con i requisiti normativi, aggiornandoci costantemente alle nuove direttive. La certificazione dei nostri prodotti non solo garantisce la sicurezza dei dati sensibili, ma assicura anche la qualità e l’affidabilità dell’intero sistema.
Secondo lei cosa significa essere imprenditori nel 2025?
Essere imprenditori nel 2025 vuol dire saper cogliere le opportunità emergenti partendo dai problemi delle persone e identificare e gestire le risorse necessarie per risolverli in modo creativo. Significa affrontare problemi reali, generare valore non solo in termini economici, ma anche sociali, e mantenere sempre un forte contatto con la realtà umana. È un percorso fatto di continua evoluzione e di capacità di adattarsi alle nuove sfide del mercato.
Nella sua vita, personale e lavorativa, ha avuto un mentore o un’altra fonte di ispirazione?
Non ho avuto un singolo mentore, ma ho sempre tratto ispirazione da diverse fonti: dalle esperienze condivise con colleghi ed esperti ai racconti e alle biografie di grandi imprenditori. In particolare, l’esempio di Michele Ferrero – partito da una piccola pasticceria per diventare un simbolo di successo imprenditoriale – è stato per me molto motivante.
Secondo lei quali sono le opportunità che una startup deve saper cogliere nel 2025?
Le startup devono saper ascoltare il mercato, essere pronte a mettere in discussione le proprie convinzioni e adattarsi costantemente. È fondamentale partire con un team di esperti e testare fin da subito i canali di vendita, per capire come offrire il valore aggiunto in maniera efficace. La capacità di reinventarsi e di collaborare con altri professionisti è la chiave per sfruttare le opportunità nel settore sanitario.
Se non fosse diventato imprenditore, cosa avrebbe fatto?
Probabilmente avrei intrapreso un percorso accademico o di ricerca, in linea con il mio background in fisica. Potrei anche aver dedicato parte del mio tempo a fare volontariato, contribuendo attivamente a progetti di supporto alla comunità, perché ritengo fondamentale avere un impatto positivo anche fuori dal mondo imprenditoriale.
Qual è il valore di Réseau Entreprendre che più la rappresenta?
Il valore fondamentale di Réseau Entreprendre, per me, è la condivisione. La possibilità di creare un ecosistema in cui il confronto e la collaborazione portino a sinergie più forti è ciò che distingue questa rete. Condividere esperienze e competenze non arricchisce solo il singolo, ma rafforza l’intera comunità imprenditoriale.
Perché un imprenditore dovrebbe entrare in Réseau?
Entrare in Réseau significa accedere a un network di imprenditori e professionisti esperti, che offre supporto, consigli pratici e contatti strategici. È un’opportunità per accelerare il percorso imprenditoriale, superare ostacoli e confrontarsi con chi ha già maturato esperienze preziose nel settore.
Come membro di REP, che consiglio si sentirebbe di dare ad un giovane imprenditore che vuole avviare una startup nel settore sanitario?
Il mio consiglio è di partire con un team di esperti e di ascoltare attentamente il mercato. Non abbiate paura di adattare il vostro modello di business in base ai feedback dei clienti e degli operatori sanitari. Essere creativi, mantenere un approccio pratico e non dimenticare mai l’importanza del valore umano sono elementi indispensabili per avere successo.
Qual è il suo sogno personale per il futuro?
Il mio sogno personale è semplice e profondo: stare bene con la mia famiglia. Per me il successo non si misura solo in termini di risultati imprenditoriali, ma anche nell’equilibrio tra vita professionale e personale. Continuare a innovare nel settore sanitario è importante, ma ciò che davvero conta è avere la serenità di vivere bene insieme alle persone a cui voglio bene.
Nella prossima intervista parleremo con Maria Carmela Marcoli di Progetto Itaca? Cosa le vorrebbe chiedere?
La sua attività imprenditoriale ha un profondo impatto sociale e si fonda sul rapporto di fiducia tra persone. Quanto è importante per lei? Quanto è possibile distinguere e gestire separatamente il lato professionale da quello personale del suo lavoro?